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Afghanistan - Il Volto Della Guerra

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PREMIO LAURENTUM ITALIANI NEL MONDO 2010
"Premio per la Poesia XXIV ED."

Vincitrice Primo classificato: Valeria Di Marco
MAXXI MUSEO - 30 NOVEMBRE 2010 - ROMA

  

 

ITALIAN LAURENTUM AWARD IN THE WORLD 2010
"Poetry Award - XXIV ED."

First classified winner: Valeria Di Marco
MAXXI MUSEUM - NOVEMBER 30, 2010 - ROME

 

 

 

 

   AFGHANISTAN

   Il Volto della Guerra
 

 

Il volto della Guerra è nascosto

dalla rete di un burqa,

una gabbia leggera,

che imprigiona lo sguardo.

 

E’ negli occhi dei bambini,

prigionieri delle loro paure,

mutilati o ciechi

per giocattoli improvvisati,

piovuti da un cielo ostile.

 

Il volto della Guerra

è avvolto da turbanti neri,

che ignorano preghiere

e mascherano

l’odio di religione.

 

E’ nel deserto dei Mujaheddin

e sulle cime dei monti,

nella scuola negata

alla donna oltraggiata.

 

Il volto della Guerra

è nell’attesa quotidiana

che il massacro finisca,

è nella morte lenta

che il terrore ha seminato.

 

E’ tra le vette frastagliate

di un paese lacerato

tra lande sconfinate

coltivate ad oppio.

 

Il volto della Guerra

è nel sorriso incantato

delle donne di Herat,

ammiccanti tra i fasti

di un glorioso passato.

 

 

 * English version

 

 

  AFGHANISTAN

  The Face of  War  



The Face of War is hidden

by the net of a burqa,

a lightweight cage

imprisoning the glance.

 

It's in children’s eyes,

slaves of their fears,

crippled or blinded

by unsuspected toys

rained from a hostile sky.

 

The Face of  War

is wrapped in black turbans,

using religion and prayers

to disguise their hatred.

 

It’s in the Mujahidin desert,

on the top of the mountains,

in the school denied

to the women enslaved.

 

The face of  War

is in looking forward

to the end of the slaughter,

in the slow death

that terror has strewed.

 

It is among the jagged peaks

of a country by war-torn apart,

among boundless lands

planted with poppies.

 

The face of  War 

is in the enchanting smile

of the women of Herat,

winking from the splendor

of their glorious past. 

 

Translated by Franca Colozzo

 
 
 

 Franca Colozzo - 04/05/2022 01:06:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Cara Giulia, rileggendo il tuo commento ora alla luce della sofferenza a noi ora così vicina, mi viene un tuffo al cuore.
Come sembra lontano adesso il 2010 con il suo carico di dolore e come invece appare più gravoso il fardello degli stessi afgani!
Stiamo assistendo ad un calvario senza fine dopo la pandemia e sull’orlo di una guerra mondiale nel cuore della nostra Europa.
Usciremo da questo tunnel? Si salverà la costruzione europea, così faticosamente messa in piedi dai padri fondatori nel carcere della piccola isola di Ventotene (arcipelago Pontino)? Ebbene, speriamo che l’incubo che si avvita attorno a noi sia solo passeggero, mentre quello afgano si perpetua in una spirale senza fine.

 Giulia Bellucci - 11/12/2017 11:42:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Poesia ben strutturata nelle sue sette strofe di quattro e cinque strofe. Un ritmo che giunge al cuore colpendo per la sua eloquenza. Tratta di un argomento così tragico e complesso in modo semplice, utilizzando parole mai superflue e perciò ciascuna con il suo significato. Purtroppo siamo così distanti noi da queste problematiche che ignoriamo totalmente la soffenza che si vive e se uno pensa che ci sono bambini dell’età dei nostri figli che proteggiamo tanto, non possiamo che restare attoniti! Purtroppo sembra anche che la parole pace diventi sempre più un’utopia. Complimenti infiniti a Valeria per la sua grande sensibilità. Un abbraccio!

 Arcangelo Galante - 26/11/2017 10:30:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Un testo toccante, che serve a ricordare l’infamia di tutte le guerre e le scelleratezze dell’uomo. Chissà per quanto altro tempo ancora dovremo ricordare l’inutilità di coloro che, per scopi economici e per giochi di potere, non si fanno scrupoli nel decidere già in partenza l’infelice destino di tantissimi bambini e adulti. Tutte le guerre, che ancora oggi non hanno senso di esistere, sono la vergogna e l’esempio della follia dei potenti. La storia lo insegna e nessuno sembra avere imparato dalle innumerevoli tragedie mondiali, accadute nel passato. Chi ha un cuore sensibile, soffre, quotidianamente, nel sentire di persone cadute, in battaglie innescate da futili ideali che non conducono a nulla, giacché il vero ideale è il rispetto dell’altrui vita. Aggiungo, inoltre, che trovo molti spunti di riflessione, in una poesia che scorre, senza inutili fronzoli. La crudezza e l’assurdità delle guerre, finiscono sempre per livellare, con la morte, la lotta per l’esistenza, e non è tutto. Nella pubblicazione, si potrebbero persino intuire due cattive abitudini umane, esacerbate dalla vita comunitaria: quella di coloro che trovano gusto nello scatenarla e quella opposta, nel subire gli irreparabili danni e conseguenze, di essa. Pertanto, a nulla di buono conducono tali battaglie, dettate dalla bramosia di potere e, ancor di più, dal semplice sfizio di tentare ogni prevaricazione sull’uomo. Emblematica resta la chiusa dell’opera, ove forse, potrebbero apparire troppo ovvie le considerazioni scritte, ma assai utili nel leggerle e da ricordare. Contenuto su di una realtà atroce, altamente condiviso ed apprezzato. Sinceri complimenti, Valeria, per la meritata vittoria. Cordialmente, saluto.

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